Prendete un sorso di Calavento Orange e chiudete gli occhi. Immaginate di passeggiare tra i filari dei vigneti, con il profumo degli acini in maturazione che inebria i sensi. L’esperienza gustativa diventa un viaggio nella naturalità e nell’identità intrinseca del vino e del vitigno. Il vino bianco macerato affonda le radici nel passato: è un ritorno alle origini ma con maggiore consapevolezza, grazie alle moderne conoscenze agronomiche acquisite.
Abbiamo voluto proporre la nostra versione di questa audace tipologia di vino per valorizzare le caratteristiche della Malvasia Bianca di Lecce. La macerazione sulle bucce ci consente di esaltare le sue note aromatiche, esprimendo al massimo le peculiarità del vitigno e del terroir. L’orange wine, infatti, è piena espressione del territorio: ogni sorso rappresenta ciò che è stato raggiunto nel vigneto e che cerchiamo di preservare.
Tutto quello che contiene la buccia lo ritroviamo nel vino stesso, dunque è fondamentale che la produzione sia condotta con metodi di agricoltura sostenibile rispettosi della pianta e dell’ambiente, in modo da avere vigneti e uve sani e di qualità.
Calavento Orange nasce da un appezzamento di 85 are selezionato all’interno della vigna “Tucci” (2 ha), nell’agro di Leverano. La natura eterogenea dei terreni di origine marina e alluvionale, unita al clima marittimo, crea un ambiente unico per la coltivazione della Malvasia bianca.
La composizione calcareo-sabbiosa del terreno garantisce una struttura ottimale per lo sviluppo delle radici in profondità. L’utilizzo nei vigneti di compost organici e inerbimenti con orzo e trifoglio rinforza la struttura del terreno dando al sottosuolo linfa vitale, essenziale per nutrire i microrganismi che circondano le radici e popolano il sottosuolo, creando un ecosistema equilibrato che dà identità e personalità al vino.
Dopo una notte in cella frigorifera, seconda selezione manuale delle uve sul tavolo di cernita con successiva diraspatura.
Fermentazione spontanea con lieviti indigeni e macerazione in serbatoi di acciaio: le bucce rimangono a contatto con il mosto per circa 20 giorni.
L’anfora in terracotta fu probabilmente il primo contenitore per la vinificazione della storia. Abbiamo voluto riprendere l’uso dell’anfora perché essa consente un ottimo isolamento termico e la sua porosità permette un lento passaggio dell’ossigeno, fondamentale per l’evoluzione del vino, senza apportare cessioni aromatiche. L’identità del vitigno, quindi, rimane integra e viene valorizzata.
Vitigno e terroir, i veri protagonisti del vino, si sveleranno sorso dopo sorso. Il colore è dorato, con venature aranciate; l’ampio bouquet che si presenta al naso va dal miele alla camomilla, dalle erbe aromatiche a note salmastre. In bocca, tannini vellutati ed equilibrata acidità, con un buon bilanciamento tra freschezza morbidezza. Bel potenziale di invecchiamento.
12/14°C, fresco ma non freddo.
Calice ampio, in modo che il vino si apra completamente e sviluppi al meglio il suo intenso corredo aromatico.